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METEO GIORNALE
  • Messico stordito da un caldo storico a 50 gradi. Valori assurdi anche a 2000 metri

    Il clima del Messico in questo GIUGNO 2025 si sta rivelando eccezionalmente severo, con un’ondata di caldo senza precedenti che sta investendo il paese da nord a sud. Le condizioni meteo stanno assumendo tratti drammatici, con temperature torride, notturne tropicali e una siccità prolungata che stanno trasformando radicalmente il paesaggio e le condizioni di vita.  

    Temperature estreme anche in altura: meteo fuori controllo

    Le rilevazioni confermano che questa ondata di calore è una delle più intense mai registrate nella storia recente del Messico. In località di pianura, si sono toccati valori fino a 49°C, mentre in città situate a oltre 1900 metri, come Toluca, si sono raggiunti quasi 40°C, sfiorando i limiti storici mondiali per tali altitudini. Il caso di Culiacán, nello stato di Sinaloa, è emblematico: nella notte più calda di GIUGNO mai documentata, la temperatura non è scesa sotto i 27,6°C, rendendo impossibile il raffreddamento naturale delle abitazioni. In molte regioni centrali e meridionali, le temperature massime giornaliere hanno oscillato tra i 42 e i 47°C per più giorni consecutivi.  

    Caldo notturno e disagio estremo per la popolazione

    Anche durante le ore notturne, il caldo opprimente ha continuato a pesare sulla salute delle persone, con minime che non sono mai scese sotto i 30°C in numerosi centri abitati. Le abitazioni, spesso non attrezzate per il raffreddamento artificiale, hanno mantenuto temperature interne altissime, causando stress termico e insonnia diffusa, soprattutto tra anziani e bambini.  

    Conseguenze sanitarie gravi 

    Secondo le autorità sanitarie messicane, almeno 26 persone hanno perso la vita tra MARZO e MAGGIO 2025 a causa di colpi di calore e disidratazione, mentre gli accessi ai pronto soccorso per sintomi correlati al caldo sono aumentati in modo vertiginoso. Ma non solo gli esseri umani stanno soffrendo: la fauna locale è stata colpita in modo devastante. Nel Tabasco e nel Chiapas, oltre 100 scimmie urlatrici sono state trovate morte alla base degli alberi, vittime di caldo e sete estrema. I pochi esemplari salvati, spesso in stato di letargia e disidratazione avanzata, sono stati trasferiti in cliniche veterinarie da volontari, in una corsa contro il tempo per salvarli.  

    Meteo e siccità: un'emergenza idrica senza precedenti

    A rendere ancora più grave l’ondata di calore è la siccità che interessa l’85% del territorio nazionale. Le piogge scarse o assenti hanno esaurito molte riserve idriche e prosciugato fiumi e laghi, portando a restrizioni nell’uso dell’acqua sia per l’agricoltura che per l’uso domestico. I campi arsi e la riduzione della produttività agricola prefigurano un aumento sensibile dei prezzi dei generi alimentari, aggravando una crisi che già pesa sulle fasce più povere della popolazione.    

    Fenomeni opposti e imprevedibili: la grandine a Puebla

    In un contesto meteo così instabile, non sono mancati fenomeni opposti al caldo. A Puebla, una violenta tempesta di grandine ha trasformato le strade in un fiume di ghiaccio, con oltre un metro e mezzo di accumulo in meno di un’ora. Le conseguenze sono state gravi: blackout elettrici, tetti sfondati e alberi abbattuti. Questo tipo di fenomeno rientra nella nuova normalità meteorologica, fatta di eventi estremi, violenti e spesso imprevedibili, che stanno mettendo a dura prova le infrastrutture urbane e la capacità di risposta delle autorità.  

    GIUGNO 2025 da record

    Gli esperti climatologi sottolineano come questo mese potrebbe rivelarsi il GIUGNO più caldo della storia non solo per il Messico, ma a livello planetario. In alcune regioni dell’America e dell’Europa, le anomalie termiche hanno superato gli 8°C rispetto alle medie pluriennali. Il responsabile principale è l’anticiclone africano, che si è esteso verso l’America centrale, portando aria calda e secca su vaste aree e impedendo il ricambio atmosferico. Questo ha determinato una persistenza anomala delle alte temperature, anche in assenza di El Niño. Un confronto inevitabile viene fatto con l’estate del 2003 in Europa, segnata da decine di migliaia di vittime e da un caldo record. Tuttavia, i dati attuali indicano che il 2025 potrebbe superare quel tragico precedente, soprattutto in termini di durata del caldo e di assenza di rinfreschi notturni.   Per approfondire il contesto meteorologico globale e le previsioni sul cambiamento climatico, puoi consultare fonti attendibili come NOAA, NASA Climate e IPCC.
  • Meteo, piove? Grandina? O ti ILLUDI che sia finita?

    Meteo in forte evoluzione sull’Italia: dopo giorni segnati da temperature eccezionali e ondate di calore da primato, una nuova fase atmosferica è pronta a stravolgere lo scenario.   Lo scontro tra masse d’aria di diversa origine — una calda di matrice subtropicale e una più fresca proveniente da latitudini settentrionali — sta già generando instabilità e fenomeni violenti, soprattutto lungo il versante adriatico. E nei prossimi giorni, l’effetto sarà esteso anche al Centro e al Sud.  

    Un brusco calo termico, ma ad alto costo

    L’unica buona notizia in arrivo è che il caldo estremo cederà finalmente il passo. Le temperature massime, che in molte città italiane avevano superato i 38-40°C, caleranno sensibilmente. In alcune zone si registreranno cali di 5-7°C, localmente anche oltre i 10°C. Si tornerà su valori più consoni al periodo: tra i 30 e i 33°C al Centro-Nord e, nei giorni successivi, anche al Sud. Sulle regioni meridionali, dove il caldo persiste con maggiore tenacia, si attende addirittura una fase sotto media fino al weekend, grazie all’arrivo di correnti settentrionali più fresche.   Ma il rovescio della medaglia è chiaro: questa transizione avverrà in un clima di forte instabilità, con temporali anche violenti che potranno colpire in modo irregolare e improvviso diverse regioni del Paese.  

    Temporali severi sull’Adriatico: le aree più esposte

    Le prime regioni a fare i conti con i fenomeni più intensi sono quelle del medio e alto versante adriatico. Tra oggi e domani, Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna e Molise si troveranno al centro dell’azione convettiva, con temporali a evoluzione rapida, forti colpi di vento, grandinate anche di medie dimensioni e locali allagamenti urbani. I modelli indicano anche la possibile formazione di supercelle temporalesche, che potrebbero generare situazioni critiche soprattutto lungo le coste e nei settori collinari.   Le città più a rischio includono Ancona, Pescara, Rimini, Teramo, Ascoli Piceno e Chieti. Le precipitazioni saranno concentrate e localizzate, ma con un’intensità tale da poter causare disagi significativi in pochi minuti.  

    Mercoledì tocca al Sud: rischio instabilità e raffiche improvvise

    Il Sud Italia sarà coinvolto più pienamente da mercoledì in poi, con rovesci sparsi e temporali che interesseranno sia i settori interni che quelli costieri, in particolare su Campania, Basilicata, Puglia settentrionale e Calabria tirrenica. Alcune celle temporalesche potrebbero svilupparsi già da martedì sera, in anticipo rispetto al nucleo più attivo della perturbazione.   In queste aree, il mix tra l’energia residua accumulata dal caldo africano e l’ingresso di aria più fresca in quota crea le condizioni ideali per fenomeni a carattere esplosivo: downburst, forti raffiche lineari e grandine sono tutti scenari possibili.  

    Il caldo si ritira, ma l’afa resterà in agguato

    Nonostante il calo termico atteso, l’umidità resterà ancora elevata soprattutto nelle zone costiere e nelle grandi aree urbane. Questo significa che, anche con temperature più basse, la percezione del caldo potrebbe rimanere elevata, in particolare durante le ore notturne, quando il calore accumulato nei centri abitati fatica a disperdersi.   Il rischio di notti tropicali — con minime sopra i 20-22°C — rimane dunque concreto in molte città, specialmente laddove l’aria stagnante non sarà scalfita da ventilazione significativa.  

    Una pausa vera dal caldo africano?

    I modelli a medio termine sembrano confermare un’interruzione delle fiammate africane almeno fino al Solstizio d’estate, previsto per sabato 21 giugno alle ore 4:41. Fino ad allora, Francia e Inghilterra sembrano essere i bersagli principali delle nuove risalite subtropicali, mentre l’Italia godrà di una breve fase più mite e respirabile.   Tuttavia, l’estate 2025 è ancora lunga e tutto lascia pensare che — passata questa parentesi più gradevole — l’anticiclone africano tornerà a interessare anche la Penisola, forse con maggiore intensità e durata. Per questo, il consiglio è di godersi il fresco arrivato, ma senza illudersi che il peggio sia passato.  

    Conclusione

    Meteo in continuo mutamento: le prossime ore saranno segnate da forti contrasti atmosferici e da fenomeni anche violenti, ma permetteranno finalmente di uscire dalla morsa opprimente del caldo africano. Una fase più respirabile ci accompagnerà almeno fino al Solstizio, ma i segnali dai modelli sono chiari: l’estate è solo all’inizio, e nuove ondate di calore sono già all’orizzonte.   Prepariamoci dunque a un periodo di relativa tregua, ma con massima attenzione ai temporali dal sapore subtropicale che accompagneranno questa transizione.   Meteo estivo sì, ma non senza rischi: è il volto instabile del caldo che se ne va.
  • La novità meteo che tanti di voi odieranno è servita sul piatto

     

    Pessime notizie meteo. Dopo una brevissima pausa, appena accennata sul piano sinottico, il campo di Alta Pressione subtropicale di origine africana sta per tornare a imporre con energia la propria influenza sullo spazio atmosferico dell’intero bacino del Mediterraneo centro-occidentale, includendo senza eccezioni tutta l’Italia.

     

    La settimana corrente, già segnata da condizioni climatiche stabili e da cieli ampiamente sereni, assisterà a un’ulteriore intensificazione dell’Anticiclone di matrice sahariana, il quale rafforzerà la propria struttura barica a partire da Mercoledì 18 Giugno, consolidando una situazione che assumerà contorni sempre più marcati e duraturi.

     

    Cosa accadrà

    Nonostante l’inizio della settimana abbia mostrato lievi segni di instabilità atmosferica, dovuti a modeste infiltrazioni di aria fresca in quota, il sistema di Alta Pressione africano tornerà a prendere in mano le redini del tempo, mostrando una notevole resistenza contro eventuali attacchi provenienti dalle perturbazioni atlantiche o dalle correnti più fresche di origine artica o nord-europea.

     

    Questo tipo di assetto barico, caratterizzato da grande tenacità e longevità, si sta trasformando in una costante meteorologica della prima fase dell’Estate 2025, che rischia di rivelarsi estremamente precoce e anomala rispetto ai canoni climatici tradizionali. Il risultato? Una vera e propria ondata di caldo di intensità marcata, la quale sembra poter persistere fino agli ultimi giorni di Giugno, aprendo scenari termici piuttosto preoccupanti anche per l'inizio di Luglio.

     

    I motivi del gran caldo

    La mappa sinottica in via di consolidamento mostra in modo inequivocabile l’avanzata poderosa dell’Anticiclone africano, che dai deserti dell’Algeria centrale si estenderà gradualmente verso le latitudini settentrionali, interessando dapprima le aree meridionali e centrali italiane, per poi spingersi fino al settentrione.

     

    Tale espansione troverà terreno favorevole in un temporaneo indebolimento del getto polare, la corrente a getto d’alta quota che normalmente funge da barriera alla risalita di masse d’aria subtropicali. La sua attenuazione favorirà invece un robusto afflusso di aria molto calda e secca, proveniente dai deserti di Marocco, Algeria orientale e Libia occidentale.

     

    Queste masse d’aria saranno responsabili di un rapido e marcato incremento termico, che si manifesterà tanto nelle temperature diurne quanto in quelle notturne, con un’ampiezza termica contenuta ma su livelli decisamente elevati.

     

    La presenza dell’Alta Pressione subtropicale garantirà condizioni meteo improntate alla stabilità assoluta, con assenza di nubi significative, ventilazione molto debole, cieli tersi e una totale mancanza di precipitazioni su gran parte della Penisola.

     

    Già osservato in altre fasi del mese di Giugno, questo tipo di configurazione torna ad affermarsi in maniera ancora più vigorosa, delineando un’anomalia termica tra le più marcate dell’ultimo decennio, con scarti rispetto alla norma compresi tra +6 e +9 gradi Celsius su vaste porzioni del territorio.

     

    Nord Italia: la calura conquista anche la Pianura Padana

    Nel periodo compreso tra Giovedì 19 e Sabato 21, il caldo torrido farà sentire i suoi effetti più pesanti anche nelle regioni settentrionali italiane, che fino ad ora erano state leggermente protette dalle dinamiche orografiche e da residui flussi settentrionali.

     

    La Pianura Padana, tuttavia, sarà completamente invasa dalla bolla d’aria rovente, con valori massimi che raggiungeranno facilmente i 36-37°C, e in alcuni casi li supereranno. Città come Milano, Brescia, Bologna, Parma e Verona sperimenteranno giornate incandescenti, dove il termometro nelle ore centrali potrà toccare anche 38°C, specie nelle zone meno ventilate.

     

    Durante le ore notturne, si attiverà il meccanismo delle cosiddette notti tropicali, ovvero notti in cui la temperatura non scende sotto i 24-26°C, generando condizioni di disagio termico persistente. In contesti urbani come Torino, Modena e Padova, il calore accumulato durante il giorno non riuscirà a disperdersi, trasformando le città in vere e proprie camere calde a cielo aperto.

     

    Il mancato ricambio d’aria e la scarsa ventilazione notturna renderanno particolarmente difficoltoso il riposo, e l’afa percepita sarà ancora più acuta nelle zone densamente edificate, dove l’isola di calore urbana accentuerà i fenomeni.

     

    Centro Italia: il dominio del sole e picchi termici estremi

    Anche le regioni centrali non saranno esenti dagli effetti della fiammata africana. L’azione dell’Anticiclone si manifesterà con cieli sereni, venti deboli e un sole impietoso, destinato a portare le temperature massime tra i 34 e i 37°C, soprattutto nelle aree interne della Toscana, del Lazio e dell’Umbria.

     

    Città come Firenze, Arezzo, Perugia, Viterbo, Terni e Roma vivranno giornate roventi, in cui le superfici urbane, soggette all’azione del sole diretto e alla compressione adiabatica dell’aria discendente dai rilievi appenninici, potranno raggiungere al suolo temperature prossime ai 50°C, amplificando il senso di calore percepito. Il cuore delle giornate, tra le 12:00 e le 17:00, rappresenterà la fascia oraria più critica, durante la quale si registreranno i picchi più intensi di disagio fisiologico, soprattutto per chi svolge attività all’aperto.

     

    Anche lungo la dorsale appenninica potranno formarsi modesti cumuli pomeridiani, ma si tratterà di nubi innocue, senza sviluppo verticale né possibilità di precipitazioni. L’aria in quota sarà infatti troppo secca e calda per sostenere processi convettivi.

     

    Sud Italia e isole maggiori: in arrivo la fase più estrema

    Il Sud Italia e le isole maggiori saranno le aree maggiormente esposte alla potenza della bolla calda africana, che nei primi giorni dell’ultima settimana di Giugno raggiungerà il suo massimo sviluppo latitudinale, spingendosi fino all’Adriatico centrale, allo Ionio e al cuore del Tirreno meridionale.

     

    In queste aree, si prevede una combinazione esplosiva tra irraggiamento solare diretto, subsidenza atmosferica e scarsissima ventilazione, con risultati estremamente severi dal punto di vista termico. Le città di Catania, Siracusa, Agrigento, Cagliari, Foggia, Matera, Lecce e Napoli sperimenteranno temperature tra i 37 e i 39°C, con valori percepiti anche oltre i 42°C. In alcuni settori interni della Sicilia orientale e della Basilicata jonica, non si esclude la possibilità di toccare i 40°C reali, specie in assenza di copertura nuvolosa e ventilazione.

     

    Le zone collinari e le conche appenniniche del Molise e della Calabria centrale diventeranno aree critiche per lo stress termico, poiché l’aria calda in discesa tenderà a ristagnare, provocando un rapido accumulo di calore e una sensazione di sofferenza prolungata.

     

    Cosa subiremo a fine Giugno

    Secondo le ultime proiezioni modellistiche a media e lunga scadenza, l’attuale blocco anticiclonico non mostra segni di cedimento prima della fine di Giugno. L’Anticiclone africano, anzi, potrebbe rafforzarsi ulteriormente nel corso della prima settimana di Luglio, favorendo l’arrivo di un secondo picco di calore ancora più intenso.

     

    Al momento non si intravedono fronti perturbati organizzati, né incursioni fresche atlantiche o settentrionali in grado di rompere la configurazione barica dominante. Il flusso occidentale atlantico resta alto di latitudine, confinato sull’Europa centro-settentrionale, mentre sull’Italia il quadro meteo rimane immutato. L’Estate 2025, quindi, si sta manifestando con notevole anticipo, e i segnali suggeriscono la possibilità di nuovi record di temperatura, soprattutto nei centri urbani e nei settori interni delle regioni centro-meridionali.

     

    Effetti al suolo: disidratazione dei terreni e aumento del rischio incendi

    Il prolungarsi di una fase secca e calda avrà inevitabili ripercussioni sugli ecosistemi e sull’equilibrio idrico del suolo. La Primavera 2025, già segnata da precipitazioni scarse in molte regioni del Centro-Sud, ha lasciato il terreno privo di riserve d’acqua. Ora, con l’arrivo della bolla africana, si prevede un’ulteriore essiccazione dei suoli, con evapotraspirazione accelerata e disidratazione progressiva della vegetazione erbacea.

     

    In particolare, le zone collinari della Campania, dell’Umbria meridionale, della Toscana interna e delle Marche meridionali potrebbero diventare aree ad alto rischio incendi, specie nei boschi non gestiti e nei terreni agricoli abbandonati. Il deficit idrico crescente mette a dura prova anche le coltivazioni estive, tra cui vite, ulivo e ortaggi, che potrebbero mostrare segni di sofferenza idrica già nei prossimi giorni.

     

    Atmosfera secca, umidità relativa bassa e impatti sulla qualità dell’aria

    L’Alta Pressione africana, per sua natura, comporta anche una compressione dell’atmosfera nei bassi strati, con conseguente diminuzione dell’umidità relativa, soprattutto durante le ore centrali del giorno. Questo fenomeno si tradurrà in aria più secca, maggiore evaporazione superficiale e accumulo di polveri e particolati nei pressi delle aree industriali e metropolitane.

     

    Nelle città come Milano, Roma, Napoli e Palermo, si prevede un aumento delle polveri sottili e del particolato atmosferico, che potrebbe causare fastidi respiratori a soggetti sensibili, specie in combinazione con l’ozono troposferico in aumento.

     

    Estate 2025: una stagione da primato?

    Anche se siamo soltanto all’inizio dell’Estate, i modelli numerici globali indicano una persistente anomalia positiva delle temperature in tutto il bacino del Mediterraneo, supportata da temperature oceaniche superiori alla media nelle aree tropicali e subtropicali.

     

    Il comportamento dell’Anticiclone africano, attivo già da Maggio, suggerisce un pattern di blocco atmosferico consolidato, che devia le perturbazioni atlantiche verso le Isole Britanniche e la Scandinavia, impedendo l’arrivo di piogge anche solo moderate sull’Italia. Tale meccanismo meteo, se confermato, potrebbe rendere l’Estate 2025 una delle più calde e durature degli ultimi 50 anni, con effetti diffusi su agricoltura, salute pubblica e sistema energetico nazionale.

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Clamoroso ai Pratoni -10.6°C!!!

La webcam del Vivaro alle 07:00Per definire "storica" un'ondata di freddo si tengono in considerazione diversi aspetti: quantità e frequenza delle nevicate, accumuli totali, persistenza del freddo e temperature minime. Ebbene se c'era un aspetto in cui questo 2012 aveva latitato erano proprio le minime, basse ma davvero non eccezionali, considerando anche la copiosa neve al suolo che dovrebbe aiutarle.

Ma oggi possiamo dire che anche per le minime quest'avvenzione fredda entra nella storia: la stazione meteo dei Pratoni del Vivaro nel Comune di Rocca di Papa ha infatti registrato alle 6:40 la minima record di -10.6°C. La temperatura è frutto del cielo sereno che per la prima volta c'è stato da quando è iniziata quest'avvenzione fredda: la zona già soggetta a potentissime inversioni termiche ha sfruttato anche l'effetto albedo dovuto al copioso manto nevoso che potete vedere nell'immagine della webcam delle 07:00.

Il dato è clamoroso considerando che secondo il radiosondaggio di Pratica di Mare all'una c'era solo una -6.9°C a 850 hPa (1409 m) e che alla quota della stazione (579 m) risiedeva lo zero termico: I Pratoni hanno dunque abbassato di quasi 11 gradi la temperatura in libera atmosfera! Alla stessa identica quota la stazione meteo di Monte Compatri centro, che non risente dell'inversione, ha registrato -2.7°C. Si pensi che il 17 dicembre 2010 quando in quota c'era una -9.5°C la stazione si fermò a -8.6°C e che il record era dello scorso 17 gennaio 2012 quando si toccarono i -8.8°C.

La stazione meteo, nata dalla generosità di tutti i meteoappassionati di Roma e Provincia riunitisi sul forum di Romameteo, è ospitata nel giardino dell'Osservatorio Astronomico Franco Fuligni gestito dall'Associazione Tuscolana di Astronomia e viene gestita e manutenuta dall'Associazione Bernacca Onlus e da Meteocastelli.

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