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METEO GIORNALE
  • Meteo: anticiclone mangia-Inverno, cosa c’è di vero
    Freddo, pioggia, neve e tanto maltempo stanno interessando le regioni del Sud e del basso Adriatico, conseguenza di una irruzione di aria fredda di stampo artico, la prima di questo 2025. Al contempo, sul centro e su tutto il Nord Italia, le condizioni meteo appaiono estremamente più stabili, grazie alla presenza dell’alta pressione che sta […]
  • Meteo: il Nord Italia sta a guardare? Il gelo sì, non subito

    Il meteo di questa fase invernale sembra voler prendersi una pausa, soprattutto sul Nord Italia, dove l’alta pressione delle Azzorre domina il quadro atmosferico, regalando stabilità, sebbene con temperature tutt'altro che miti. Questa configurazione barica, tipica di periodi di transizione, sta plasmando il clima non solo sull'Italia ma anche su gran parte dell’Europa occidentale e settentrionale.  

    L’anticiclone delle Azzorre protagonista assoluto

    La situazione meteorologica attuale è influenzata da un vasto anticiclone che si estende dall’Atlantico fino alla Scandinavia, consolidando una condizione di stabilità su buona parte dell’Europa centro-occidentale. Questo scenario è alimentato dall’accelerazione della corrente a getto, un flusso d’aria ad alta quota che collega la Groenlandia al Mar Glaciale Artico, spingendo l’anticiclone verso nord e inglobando l’Italia settentrionale e centrale. La conseguenza principale di questa configurazione è un tempo stabile, con temperature che tenderanno, nei prossimi giorni, a salire oltre le medie stagionali, specialmente durante le ore diurne. Al contrario, le regioni meridionali e quelle adriatiche stanno sperimentando una temporanea parentesi di freddo e instabilità.  

    Ondata di freddo al Sud, stabilità al Nord

    Il primo accenno di inverno si manifesterà nel Centro-Sud Italia durante il weekend e nei primi giorni della prossima settimana. Domenica 14 gennaio e lunedì 15 gennaio, una modesta irruzione di aria fredda porterà un abbassamento delle temperature e condizioni più instabili. Sono previste nevicate a quote collinari lungo il versante adriatico, con i fiocchi che potrebbero scendere fino a 500-700 metri su regioni come Abruzzo, Molise e parte della Puglia. Al Nord, invece, il rigore invernale si farà sentire solo nelle ore notturne, con gelate e brinate diffuse nelle pianure e nelle vallate interne. Durante il giorno, però, il clima sarà più mite, con massime che raggiungeranno facilmente i 10-12°C. Questa condizione proseguirà per tutta la seconda decade di gennaio. Anche al Centro Italia, le temperature nelle ore centrali della giornata si manterranno su valori più elevati del normale, oscillando tra 15 e 16°C.  

    L’alta pressione blocca il gelo

    L’anticiclone delle Azzorre si conferma il protagonista indiscusso dello scenario meteo, estendendo la sua influenza fino al Mediterraneo centrale. Questa struttura atmosferica agisce come una barriera, impedendo l’arrivo di perturbazioni atlantiche e l’irruzione di ondate di gelo dall’Europa orientale. Le dinamiche attuali sembrano destinate a proseguire fino alla terza decade di gennaio. Fino ad allora, il grande freddo rimarrà confinato tra la Scandinavia e l’Europa orientale, senza possibilità di interessare in modo significativo il territorio italiano.  

    Il ruolo del cambiamento climatico

    Negli ultimi anni, la presenza di anticicloni persistenti è diventata una caratteristica sempre più evidente del panorama meteorologico europeo e mediterraneo. Questo fenomeno è strettamente collegato ai cambiamenti climatici globali, che stanno alterando in modo profondo la circolazione atmosferica. L’aumento delle temperature globali ha innescato uno spostamento verso nord della circolazione tropicale, favorendo la frequente espansione dell’anticiclone africano sul Mediterraneo e sull’Europa meridionale. Questo tipo di alta pressione, diverso dall’anticiclone delle Azzorre, porta condizioni più calde e secche, contribuendo a un aumento delle ondate di calore prolungate. Parallelamente, l’anticiclone delle Azzorre tende a spostarsi verso nord-ovest, lasciando il Mediterraneo esposto a periodi di maggiore stabilità o, al contrario, all’arrivo di fenomeni più estremi quando si verificano cambiamenti improvvisi. Un altro fattore rilevante è il riscaldamento del Mar Mediterraneo, che sta avvenendo a un ritmo superiore del 20% rispetto alla media globale. Questo serbatoio di calore rafforza ulteriormente gli anticicloni, rendendoli più persistenti e difficili da dissipare.  

    Impatti del meteo stabile

    La stabilità atmosferica e le temperature elevate portano con sé una serie di conseguenze dirette. Da un lato, si verificano lunghi periodi di siccità, che mettono a rischio le risorse idriche e l’agricoltura. Dall’altro, questa situazione contribuisce a un circolo vizioso: il riscaldamento del terreno intensifica ulteriormente la forza degli anticicloni, aumentando la durata delle condizioni stabili. Inoltre, quando gli anticicloni si ritirano, lasciano spazio a perturbazioni più intense e instabili, che possono portare eventi mete estremi, come forti piogge e violenti temporali.
  • Meteo: perché l’ANTICICLONE africano domina gli INVERNI italiani

    Negli ultimi inverni, il dominio dell'anticiclone sull'Italia si è dimostrato particolarmente intenso, portando spesso a condizioni di stabilità atmosferica, temperature superiori alla media stagionale e una significativa carenza di precipitazioni. Questo fenomeno non è casuale, ma è il risultato di complesse dinamiche legate alla circolazione atmosferica emisferica e alle interazioni tra diversi fattori climatici globali.   Uno degli elementi chiave di questa tendenza è rappresentato dal comportamento del jet stream, la corrente a getto che scorre ad alta quota e che gioca un ruolo cruciale nel determinare le traiettorie delle perturbazioni nell'emisfero settentrionale. Negli ultimi anni, il jet stream ha mostrato una configurazione più ondulata e meno energica rispetto al passato. Ciò ha favorito il blocco delle correnti occidentali, che normalmente portano umidità e perturbazioni dall'Atlantico verso l'Europa meridionale. Quando il jet stream si indebolisce o si posiziona più a nord rispetto alla sua media climatica, l'Italia tende a trovarsi sotto l'influenza di aree di alta pressione persistenti.   Un altro fattore determinante è stato l'aumento della frequenza di configurazioni di blocco atmosferico, come il cosiddetto anticiclone di blocco o "blocking high". Queste strutture di alta pressione si instaurano spesso sull'Europa centro-occidentale e possono rimanere stazionarie per settimane. Tali configurazioni impediscono il passaggio delle perturbazioni atlantiche, deviate verso latitudini più settentrionali o orientali, mentre sull'Italia prevalgono condizioni di tempo stabile e soleggiato.   Parallelamente, è importante considerare il ruolo dei pattern di teleconnessione emisferici, come la NAO (North Atlantic Oscillation) e l'AO (Arctic Oscillation). Negli ultimi inverni, si è spesso osservata una fase positiva di questi indici, caratterizzata da un rafforzamento del vortice polare e delle depressioni atlantiche. In queste condizioni, le perturbazioni tendono a seguire una traiettoria zonale, mantenendosi a latitudini elevate, mentre l'Europa meridionale resta sotto l'influenza di un robusto anticiclone.   Un altro elemento che ha contribuito a questa situazione è il riscaldamento globale, che influenza non solo le temperature, ma anche la circolazione atmosferica. Il riscaldamento dell'Artico, molto più rapido rispetto ad altre regioni del pianeta, sta alterando il gradiente termico tra le alte e le medie latitudini, influenzando il comportamento del jet stream. Questo fenomeno, noto come "Arctic Amplification", può favorire configurazioni atmosferiche bloccate e un indebolimento del vortice polare stratosferico, creando le condizioni per la persistenza degli anticicloni a latitudini medio-basse.   Infine, è opportuno menzionare il ruolo dei modelli climatici stagionali, che indicano un aumento della frequenza di inverni con temperature sopra la media in Europa meridionale. Questo trend è coerente con il progressivo cambiamento climatico globale, che favorisce una maggiore frequenza di eventi estremi, tra cui periodi di siccità prolungata e anomalie termiche positive.   Il dominio dell'anticiclone sull'Italia negli ultimi inverni è il risultato di una combinazione di fattori: circolazione atmosferica emisferica alterata, aumento dei blocchi atmosferici, teleconnessioni favorevoli all'alta pressione e cambiamenti meteo climatici globali. Questa situazione non solo influisce sul clima locale, ma ha anche conseguenze significative per l'agricoltura, le risorse idriche e l'ecosistema, rendendo fondamentale monitorare e studiare attentamente le dinamiche atmosferiche future.

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