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METEO GIORNALE
  • Meteo, Lunedì 16 arriva la “goccia fredda” ecco le Regioni a rischio

    Gli effetti della goccia d'aria fredda che si stanno delineando verso le regioni italiane rappresentano uno scenario meteorologico davvero particolare e degno di attenzione. Stiamo parlando di aree che in questo periodo dell'anno dovrebbero godere di un tempo mite e soleggiato, caratterizzato da quella stabilità atmosferica tipica dell'inizio dell'estate mediterranea, ma che invece potrebbero trovarsi ad affrontare una fase temporalesca decisamente insolita.   Le conseguenze di questo fenomeno meteorologico sono talmente rare che dobbiamo andare a ricercarle nel lontano passato, scavando negli archivi climatologici per trovare eventi analoghi. Si tratta infatti di un evento meteorologico estremamente raro per quelle specifiche zone geografiche, che normalmente non sperimentano dinamiche atmosferiche così intense durante il periodo estivo iniziale.   Le aree interessate del Mediterraneo centrale si troveranno improvvisamente catapultate in una fase temporalesca dal sapore decisamente tropicale, con caratteristiche che ricordano più i fenomeni convettivi delle regioni equatoriali che non quelli tipici del nostro bacino. Assisteremo quindi allo sviluppo di temporali marittimi di notevole intensità, che si formeranno direttamente sopra le acque del mar Tirreno, per poi estendersi rapidamente verso la terraferma con una violenza inaspettata.   I fenomeni che si manifesteranno saranno di intensità davvero eccezionale: violentissimi acquazzoni si abbatteranno su territori che non sono abituati a gestire simili quantità d'acqua in tempi così ridotti. I nubifragi potranno scaricare al suolo decine di millimetri di pioggia in poche ore, creando criticità immediate nei sistemi di drenaggio urbano e agricolo. Le grandinate accompagneranno questi eventi, con chicchi che potranno raggiungere dimensioni considerevoli a causa dei violenti moti convettivi innescati dal contrasto termico.   Non mancheranno certamente tuoni e fulmini di intensità straordinaria, accompagnati da un'attività elettrica che illuminerà il cielo con una frequenza impressionante. Particolare attenzione meritano le raffiche violente, se non violentissime, generate dai fenomeni di downburst, quel vento impetuoso che viene letteralmente causato dal temporale stesso quando le correnti discendenti raggiungono il suolo e si propagano in tutte le direzioni con velocità che possono superare i 100 chilometri orari.   Le aree a rischio identificate dai modelli meteorologici includono un territorio vastissimo, ma è fondamentale sottolineare che tutti questi fenomeni si manifesteranno distribuiti a macchia di leopardo, risultando quindi irregolari e non prevedibili su scala locale. Tra le regioni potenzialmente interessate troviamo la Sardegna, il Lazio, la Toscana centro-meridionale, l'Umbria, le Marche meridionali, l'Abruzzo, il Molise, la Campania, la Basilicata, gran parte della Puglia, parte della Calabria (in particolare quella tirrenica), e il nord della Sicilia.   È significativo notare come tutte queste regioni si affaccino o siano direttamente influenzate dal Mar Tirreno, quel bacino che fungerà da vera e propria "caldaia" per l'innesco dei fenomeni convettivi. Le acque relativamente calde del Tirreno forniranno l'energia e l'umidità necessarie per alimentare i temporali, mentre l'arrivo dell'aria fredda in quota creerà l'instabilità verticale indispensabile per lo sviluppo di celle convettive intense.   Questo evento meteorologico si inquadra perfettamente in un'anomalia climatica di notevole rilevanza scientifica, poiché queste aree climatologicamente vedono fenomeni analoghi solo con ampi tempi di ritorno, spesso dell'ordine di diversi decenni. La rarità statistica di questo tipo di evoluzione meteorologica rende l'evento ancora più interessante dal punto di vista della ricerca climatologica.   Si può forse parlare di un vero e proprio break estivo per queste regioni, di un cambiamento del tempo temporaneo rispetto alla calura africana che sta dominando il panorama meteorologico nazionale. Tuttavia, è importante mantenere una prospettiva realistica: in realtà sarà soltanto una bolla d'aria relativamente fredda che riuscirà a insinuarsi all'interno di una massa d'aria vastissima e molto calda.   Insomma, nessun cambiamento a lungo termine è all'orizzonte, nessun arretramento reale della stagione estiva si profila per il futuro prossimo. Si tratterà solo di un fenomeno che, pur nella sua intensità locale, su ampia scala potremmo definire circoscritto. L'alta pressione africana continuerà a mantenere il suo dominio sul Mediterraneo, e questo episodio di instabilità rappresenterà solo una breve parentesi in un contesto climatico complessivamente dominato dal caldo.   È soprattutto per questo motivo che questo scenario meteorologico necessiterà di essere confermato attraverso successive elaborazioni modellistiche. La complessità delle dinamiche atmosferiche in gioco, unita alla rarità dell'evento, rende fondamentale un monitoraggio costante dell'evoluzione della situazione, per poter fornire previsioni sempre più affidabili e tempestive alla popolazione delle aree interessate.
  • Refrigerio,temporali. Ma il meteo avverte, arriverà il peggio già in settimana

      Viviamo uno stranissimo mese di giugno, caratterizzato da dinamiche atmosferiche che sembrano sfidare ogni logica meteorologica consolidata. C'è un'eccessiva presenza dell'alta pressione africana che sta letteralmente dominando il panorama meteorologico del nostro Paese, creando una situazione di stallo atmosferico che preoccupa non poco gli esperti del settore.   Questo evento meteorologico in corso, insieme ad altri già previsti dai modelli matematici, sembra aver creato una sorta di barriera invisibile che blocca efficacemente il transito delle perturbazioni verso le Alpi, innescando invece lunghissime fasi di caldo che si estendono su tutta la penisola italiana senza soluzione di continuità. È come se l'Africa avesse deciso di trasferire temporaneamente il suo clima desertico direttamente a casa nostra.   Sicuramente ci saranno alcune brevi interruzioni, questo è inevitabile quando si parla di meteorologia, ma niente di esagerato, purtroppo. Le pause dal caldo torrido saranno probabilmente così limitate nel tempo da risultare quasi impercettibili per la popolazione, che si troverà a dover affrontare settimane e settimane di temperature ben oltre le medie stagionali.   La domanda che mi pongo, e che credo si stiano ponendo molti, è: siamo davvero in rotta verso il vero caldo tropicale? Lo abbiamo già visto e vissuto in altri anni recenti, e le conseguenze durante i temporali sono sempre state devastanti. Le grandinate hanno danneggiato sistematicamente i raccolti, compromettendo il lavoro di interi settori agricoli, ma anche i beni privati come case e automobili, con danni economici che si contano in milioni di euro ogni stagione.   In alcune circostanze la grandine ha procurato ferite anche ai passanti che si trovavano all'aperto durante questi eventi estremi, trasformando quello che dovrebbe essere un normale fenomeno meteorologico in una vera e propria emergenza sanitaria. I chicchi di ghiaccio, raggiungendo dimensioni impressionanti a causa dei violenti moti convettivi generati dal contrasto termico estremo, diventano veri e propri proiettili naturali capaci di provocare danni gravi.   Mi domando continuamente: è davvero questo che ci aspetta durante questa estate? Una stagione infinitamente calda, rovente, che guasta le feste e rende impossibile qualsiasi forma di vita sociale normale? Perché il caldo, quando diventa asfissiante ed eccessivo, si sopporta malissimo e molte attività all'esterno semplicemente non si fanno più.   Le conseguenze sociali ed economiche di questa situazione sono già evidenti: i locali con spazi esterni si svuotano progressivamente perché gli avventori preferiscono rimanere all'interno al fresco del climatizzatore, piuttosto che soffrire temperature che rendono impossibile qualsiasi forma di convivialità. La vita sociale si sposta negli ambienti chiusi e climatizzati, stravolgendo completamente le abitudini estive tradizionali.   La notte, chi può permetterselo accende il climatizzatore, creando un circolo vizioso di consumi energetici che mette a dura prova la rete elettrica nazionale e aggrava ulteriormente il problema del riscaldamento globale. Le bollette elettriche lievitano vertiginosamente, e molte famiglie si trovano costrette a scegliere tra il benessere termico e la sostenibilità economica.   Insomma, avremo un'estate caratterizzata da tutti questi disagi e tanti altri? Le domande si moltiplicano, ma le risposte scarseggiano. Non abbiamo una risposta definitiva a queste interrogazioni angoscianti, c'è solo da sperare che qualche proiezione dei modelli matematici stagionali si mostri favorevole e riesca a prospettare un clima meno severo, meno rovente di quello che sembra profilarsi all'orizzonte. La speranza è che l'aria oceanica riesca finalmente ad abbattere la furia di quella africana, che secondo le proiezioni attuali sarà davvero furiosa nelle prossime settimane. I modelli meteorologici non lasciano molto spazio all'ottimismo, anzi sembrano confermare uno scenario piuttosto preoccupante. Per esempio, si prevede una fortissima ondata di calore nella terza decade del mese tra Francia e Spagna, con il rischio concreto che si battano dei record di temperatura per il mese di giugno. Stiamo parlando di valori termici che potrebbero superare tutto quello che è stato registrato finora, entrando di diritto negli annali meteorologici per la loro eccezionalità.   Curiosamente, però, nell'Europa orientale e del Nord farà relativamente fresco, e quella che dovrebbe essere l'estate sarà vissuta in sordina, almeno per ora. Questa disparità geografica nelle condizioni meteorologiche evidenzia quanto sia complessa e imprevedibile la dinamica atmosferica su scala continentale. Tutto, però, si può stravolgere da un momento all'altro, e allora ecco che da noi potrebbe tornare anche a piovere, la temperatura potrebbe calare sensibilmente e il caldo africano potrebbe mollare finalmente la sua presa soffocante sul nostro territorio. Ma ora come ora è soltanto un auspicio, una speranza alla quale aggrapparsi, non una previsione basata su dati scientifici concreti.   La meteorologia moderna, nonostante tutti i suoi progressi tecnologici, si trova ancora di fronte a scenari di incertezza quando deve confrontarsi con cambiamenti climatici di questa portata. Rimane quindi solo da aspettare, osservare l'evolversi della situazione e sperare che la natura trovi presto un suo equilibrio più sostenibile per tutti noi.
  • Meteo: afa insopportabile, tra poche ore sarà un grosso problema

    Il caldo africano sta attanagliando gran parte d'Italia e in maniera particolare le regioni del Nord e del medio alto Tirreno, dove registriamo non solo le temperature più alte ma anche i livelli di umidità maggiori. Questo mix micidiale sta causando condizioni meteo piuttosto severe.  

    Ancora afa!

    Ci riferiamo principalmente all’indice di disagio bioclimatico, ovvero alla sensazione di fastidio legata alle alte temperature e all’alta umidità presente nell’aria. Il caldo risulta estremamente afoso sulla Val padana e i litorali di Liguria, Toscana, Lazio e Sardegna, dove addirittura si registrano picchi di umidità superiori all’85%. Questo caldo afoso, fastidioso a tratti insopportabile, si farà percepire anche in piena notte e raggiungerà il culmine durante questo weekend.  

    Il caldo come motore dei temporali

    In un secondo momento, tutta questa calura risulterà decisamente problematica, considerando che sarà responsabile della nascita di molti temporali su tante nostre città. In particolar modo, ad inizio settimana si prevedono numerosi temporali, prima al Nord e poi anche sul centro-sud, a causa del passaggio di una massa d’aria più fresca in alta quota che entrerà inevitabilmente in contrasto con tutta questa energia presente nei bassi strati.   La calura in eccesso rappresenterà un vero e proprio carburante per la nascita di temporali intensi e a tratti violenti, con grandinate, intense raffiche di vento e pioggia a carattere di nubifragio. L’impatto di questo nucleo instabile sul Nord Italia è atteso nel corso di lunedì, quando si prevedono numerosi temporali violenti su Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Non escludiamo chicchi di grandine di grosse dimensioni, raffiche di vento oltre 100 km/h e centinaia di fulminazioni.   Tra martedì e mercoledì, questo nucleo instabile si muoverà anche sulle regioni centrali e infine su quelle meridionali, scatenando anche qui temporali frequenti e piuttosto forti. Insomma, non andranno sottovalutati i contrasti termici tra l’aria fresca in alta quota in arrivo dall’Atlantico e tutta l’aria calda e umida presente nei bassi strati.

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