Rocca Priora

Sale e strade

nima

Fornitura di sale ad enti pubblici e privati

NI.MA.Strade

Pubblicità

Monte Compatri

Pratoni del Vivaro

Ariccia

Castel Gandolfo

Castel Gandolfo

Albano Cancelliera

Albano Cecchina

Pomezia

Pubblicità

Meteonews

METEO GIORNALE
  • Centro Meteo Europeo, Estate 2025: tutto chiaro, malissimo

    Per comprendere meglio la linea di tendenza climatica dei prossimi mesi, mi sono rivolto alle ultimissime proiezioni del modello matematico europeo ECMWF, considerato uno degli strumenti previsionali più affidabili a livello mondiale. Si tratta di proiezioni stagionali derivanti da un aggiornamento che purtroppo non viene diffuso pubblicamente, ma che offre insights preziosi sull'evoluzione meteorologica dei prossimi mesi.   Questo modello presenta un quadro significativamente diverso rispetto alle proiezioni americane del CFSv2, confermando ancora una volta quanto sia complessa l'arte della previsione stagionale e quanto diversi sistemi modellistici possano produrre scenari anche divergenti per le stesse aree geografiche.   Analizzando il prossimo mese di luglio 2025, le proiezioni del modello matematico europeo evidenziano un pattern piuttosto preoccupante per quanto riguarda le precipitazioni. Il sistema prevede precipitazioni sotto la media su gran parte del Nord Italia, ma questa configurazione non si limita al nostro territorio nazionale, estendendosi su tutta l'Europa centrale, il sud dell'Inghilterra, fino alla Russia occidentale e tutta l'Ucraina. Questa estensione geografica così ampia suggerisce la presenza di pattern atmosferici di grande scala che potrebbero influenzare significativamente le dinamiche climatiche continentali.   Per il resto d'Italia le precipitazioni dovrebbero mantenersi nella media, ma è fondamentale contestualizzare questo dato: luglio è un mese estremamente secco per natura, quindi anche valori "nella media" potrebbero tradursi in condizioni di sostanziale aridità, specialmente se combinati con temperature elevate.   Le proiezioni di agosto confermano sostanzialmente il trend di luglio, con deficit pluviometrico nelle regioni settentrionali italiane, anche se non particolarmente pesante. Precipitazioni nella media sono previste per il resto d'Italia, e tutto sommato questo scenario non presenta aspetti drammaticamente negativi, considerando che le anomalie previste sulle piogge nel Nord Italia non sono eccessive. Questo prometterebbe discrete precipitazioni proprio nella stagione tradizionalmente più secca, offrendo almeno qualche speranza di sollievo per il settore agricolo e per la gestione delle risorse idriche.   Settembre segna una svolta positiva nel regime pluviometrico: le precipitazioni anomale in ambito negativo spariscono completamente, e gran parte d'Italia dovrebbe registrare precipitazioni nella media durante il mese. Particolarmente interessante è un picco sopra la media nel nord-ovest italiano, che potrebbe rappresentare l'inizio della transizione verso il regime autunnale più favorevole dal punto di vista idrico.   Estendendo lo sguardo all'inizio dell'autunno, iniziano però a manifestarsi le incertezze tipiche delle previsioni a lungo termine. Il modello europeo indica una linea di tendenza che abbiamo osservato negli ultimi anni: ottobre piuttosto asciutto, novembre che riprende ad essere moderatamente piovoso sulle regioni della penisola italiana, Sardegna e Sicilia, e dicembre più piovoso della media.   Le previsioni termiche del Centro Meteo Europeo delineano uno scenario decisamente più coerente con le tendenze climatiche attuali rispetto alle proiezioni americane. Per luglio 2025, il modello prospetta temperature fortemente sopra la media, in particolare sulla pianura padana e la penisola italiana nelle zone interne. L'anomalia appare meno accentuata sulla Sardegna e le regioni tirreniche, così come sulla regione alpina, e ancora meno marcata sulla Calabria e la Sicilia orientale.   Ad agosto la situazione cambia molto poco, con l'anomalia termica che si presenta diffusa su scala continentale. La pianura padana continua ad essere al centro delle anomalie termiche, una caratteristica che trova spiegazione nella natura continentale di questa regione. Le temperature anomale si registrano allo stesso livello sulla parte interna dell'Europa centrale e gran parte dei Balcani, tanto che praticamente tutta l'Europa dovrebbe avere temperature sopra la media. Fanno eccezione il Portogallo sud-occidentale e la Spagna sud-occidentale, una situazione apparentemente strana ma motivata dal fatto che l'anticiclone delle Azzorre sta convogliando aria fresca da nord su quell'area dell'Atlantico, tanto che isole come Madeira e le Canarie registrano temperature decisamente miti senza ondate di calore.   Settembre conferma la prosecuzione dell'estate anche nel primo mese autunnale dal punto di vista meteorologico, con anomalie termiche pesanti sulla pianura padana e parte del Sud Italia, in linea con un pattern che interesserà sostanzialmente tutta l'Europa.   Ottobre, pur essendo distante come previsione e quindi soggetto a maggiori incertezze, sembra presentare temperature sopra la media anche se con anomalie meno marcate. Novembre 2025 mantiene ancora anomalie importanti sulle regioni italiane del settore orientale, anche perché tutto il centro-nord della Russia e la Scandinavia dovrebbero registrare temperature ben sopra la media. Temperature sotto la media o nella norma sono previste tra l'Islanda e le isole britanniche, e ancora una volta nel sud-ovest del Portogallo e sud della Spagna.   Dicembre presenta un quadro ancora più marcato, con la Russia sopra la media di alcuni gradi Celsius e addirittura un incremento delle anomalie positive in Italia. In sostanza, le premesse per l'inverno secondo questo autorevole modello matematico sono di temperature sopra la media e una prosecuzione delle anomalie estive.   Questa linea di tendenza del Centro Meteo Europeo va comunque interpretata con la dovuta cautela, poiché si tratta di previsioni da confermare che potrebbero essere significativamente influenzate da altri fattori capaci di creare veri e propri sconquassi nei pattern previsti. Nell'Europa mediterranea, ad esempio, si potrebbe manifestare l'influenza di una NAO negativa o positiva, soprattutto all'inizio della stagione autunnale, e non si può escludere che dinamiche simili si verifichino anche durante l'estate, come diversi precedenti hanno dimostrato negli anni passati.
  • Temporali e fresco: un fuoco di paglia, ritorna il meteo peggiore

      Masse d’aria più fresche, in arrivo dalle regioni settentrionali del continente europeo, stanno compiendo la loro discesa verso Sud, superando con energia l’arco alpino. Questo processo, seguito con grande attenzione da meteorologi e appassionati del settore grazie ai modelli meteo previsionali, segna l’avvio di una fase temporalesca.  

    I primi effetti: instabilità e temporali

    Il flusso di correnti più fredde ha dato origine ai primi fenomeni temporaleschi, largamente attesi da giorni. Questi eventi costituiscono un indizio tangibile di un cambiamento nella configurazione meteorologica, che per settimane è stata dominata dall’influenza persistente dell’Anticiclone. Si tratta di una tipica dinamica dell’Estate, quando differenti masse d’aria iniziano a interagire tra loro, generando condizioni favorevoli allo sviluppo dell’instabilità atmosferica.   Nel nostro Paese si sta verificando un rimescolamento significativo delle masse d’aria su più livelli dell’atmosfera. Questo processo è destinato a determinare un abbassamento progressivo, ma comunque percettibile, delle temperature. Tuttavia, la discesa termica non sarà distribuita in modo omogeneo su tutto il territorio italiano. In molte località, soprattutto in quelle soggette a particolari configurazioni locali, il caldo continuerà a mantenere una certa presenza.  

    Il ruolo dei venti di terra

    Le aree che risentiranno maggiormente della persistenza del caldo saranno quelle interessate dai cosiddetti venti di terra. Questi flussi si verificano in genere lungo le zone costiere durante il giorno, contribuendo a un clima ancora afoso, sebbene più secco rispetto ai giorni precedenti. È interessante notare come proprio questi venti possano fungere da spinta per lo sviluppo e la propagazione dei temporali nel pomeriggio e nella prima serata, trasportando le celle temporalesche dall’interno verso le zone collinari e montane.   La configurazione atmosferica in corso è del tutto in linea con le previsioni formulate negli ultimi giorni. È quindi lecito affermare che l’evoluzione attesa si sta realizzando concretamente. Ovviamente, come sempre in ambito meteorologico, occorre mantenere uno sguardo attento su possibili variazioni del quadro generale, che potrebbero sopraggiungere anche nel breve periodo.  

    Una sensazione di sollievo, ma attenzione ai valori reali

    Chi si trova sul territorio italiano potrà percepire nei prossimi giorni una sensazione di maggiore gradevolezza, con condizioni climatiche decisamente più sopportabili rispetto alle giornate precedenti. È però essenziale non cadere nell’illusione che questa fase rappresenti un ritorno alla normalità climatica. I valori termici che verranno registrati, infatti, non sono affatto in linea con la media stagionale tipica della metà di Giugno. Al contrario, risultano più simili a quelli che ci si aspetterebbe verso il picco dell’Estate, ovvero tra fine Luglio e inizio Agosto.   Questo scostamento dalla media è un ulteriore segnale di una tendenza più ampia e consolidata: le Estati italiane stanno diventando sempre più calde, con temperature medie in costante aumento rispetto ai decenni passati. Alla base di questo andamento anomalo c’è la progressiva scomparsa dell’Alta Pressione delle Azzorre, che fino a qualche tempo fa costituiva l’elemento caratterizzante delle Estati sul continente europeo.  

    L’assenza dell’Alta Pressione oceanica e l’ascesa delle masse sahariane

    L’Alta Pressione delle Azzorre, con la sua azione mitigatrice, portava sull’Europa aria atlantica, più temperata e umida. La sua funzione era cruciale per mantenere un clima più equilibrato e per evitare le ondate di calore prolungate. Oggi, però, tale figura meteorologica viene spesso sostituita da richiami di aria provenienti dal Sahara, caratterizzati da un carico di polveri desertiche e da temperature estremamente elevate.   Questo cambiamento nella struttura delle Alte Pressioni estive comporta implicazioni significative non solo per la salute pubblica, ma anche per l’equilibrio degli ecosistemi, la gestione delle risorse idriche e l’attività agricola. Il clima più caldo e secco si traduce in un aumento dell’evaporazione e in una maggiore domanda di acqua da parte delle colture, proprio in un momento dell’anno in cui le riserve cominciano a scarseggiare.  

    Il quadro delle precipitazioni e i suoi risvolti

    Sotto il profilo delle precipitazioni, le proiezioni mostrano che le piogge saranno più frequenti nel Nord del Paese. A prima vista, questa potrebbe sembrare una notizia rassicurante. Tuttavia, è necessario approfondire l’analisi. Nonostante la presenza di rovesci e temporali, Giugno rischia comunque di chiudersi con un deficit pluviometrico nelle regioni settentrionali.   Questo dato non va sottovalutato, poiché Giugno rappresenta un mese cruciale in termini di accumulo idrico per tutta la stagione estiva. Le falde acquifere, i bacini artificiali e i sistemi di irrigazione dipendono fortemente dalle precipitazioni di questo periodo per affrontare i mesi successivi, tradizionalmente più aridi.  

    Le ripercussioni sull’agricoltura e sull’approvvigionamento idrico

    Il mondo agricolo sta osservando con grande attenzione l’andamento di queste prime settimane di Estate. Gli operatori del settore sanno bene che la disponibilità d’acqua di Giugno influenzerà profondamente la produttività delle colture nei mesi successivi. In particolare, le colture cerealicole, ortofrutticole e foraggere sono le più sensibili alla siccità estiva.   L’agricoltura italiana, da Nord a Sud, si trova a dover affrontare una sfida sempre più difficile: bilanciare l’esigenza produttiva con l’adattamento a un clima che sta rapidamente cambiando. Il calo delle riserve idriche compromette l’irrigazione nei campi e mette a rischio l’intera filiera agroalimentare. In molti casi, gli agricoltori sono costretti a ridurre le superfici coltivate o a selezionare varietà più resistenti alla siccità.  

    Le implicazioni sul lungo periodo

    Il cambiamento atmosferico in atto, pur essendo benvenuto dopo un lungo periodo di stabilità imposta dall’Anticiclone, non deve far dimenticare che ci troviamo all’interno di una tendenza climatica ben più estesa. Le ondate di calore, la rarefazione dell’Alta Pressione delle Azzorre e la frequente presenza di masse d’aria sahariane non sono più eventi isolati, ma componenti meteo indissolubili delle nuove Estati italiane.
  • Meteo, la fine duratura del caldo in mano di North Atlantic Oscillation

    Il fenomeno che ha portato all'estate "perduta" del 2014 e come El Niño e La Niña influenzano le nostre stagioni La North Atlantic Oscillation (NAO) rappresenta il modello dominante di variabilità atmosferica nel settore dell'Atlantico settentrionale e costituisce uno dei meccanismi chiave per comprendere le variazioni climatiche che interessano l'Europa, il Nord America orientale e vaste aree dell'emisfero settentrionale. Questo complesso sistema atmosferico, scoperto alla fine del XVIII secolo, continua a rivelare la sua influenza cruciale sui pattern meteorologici stagionali, come dimostrato dall'eccezionale estate del 2014 in Italia.  

    Che cos'è la North Atlantic Oscillation

    La NAO è fondamentalmente un'oscillazione della pressione atmosferica che si verifica tra due centri di azione permanenti nell'Atlantico settentrionale: la Depressione d'Islanda (zona di bassa pressione situata alle alte latitudini, intorno all'Islanda) e l'Anticiclone delle Azzorre (zona di alta pressione posizionata nelle regioni subtropicali, intorno alle Isole Azzorre). Come evidenziato dagli studi del National Center for Atmospheric Research, la differenza di pressione tra questi due sistemi determina l'intensità e la direzione dei venti occidentali che attraversano l'Atlantico, influenzando di conseguenza i tracciati delle perturbazioni e le condizioni meteorologiche su vaste aree geografiche. La NAO può trovarsi in due fasi principali: una fase positiva e una negativa. Durante la fase positiva, entrambi i centri di pressione sono più intensi del normale, creando una maggiore differenza di pressione tra di loro. Questo determina un rafforzamento della corrente a getto atlantica e uno spostamento verso nord delle traiettorie delle perturbazioni. Di conseguenza, l'Europa settentrionale sperimenta maggiore tempestosità e precipitazioni, accompagnate da temperature superiori alla media, mentre l'Europa meridionale registra diminuzione delle precipitazioni e stabilità atmosferica. Al contrario, durante la fase negativa, entrambi i sistemi di pressione sono più deboli del normale, riducendo il gradiente barico. La corrente a getto atlantica si indebolisce e assume un orientamento più zonale da ovest a est, portando diminuzione della tempestosità nell'Europa settentrionale, con temperature inferiori alla media e ridotte precipitazioni. L'Europa meridionale, invece, sperimenta aumento della tempestosità e delle precipitazioni, con temperature superiori alla norma.  

    L'evoluzione geologica della NAO

    Ricerche scientifiche innovative, come quella pubblicata di recente su Nature Communications, hanno rivelato che la NAO moderna si è gradualmente formata tra 80 e 60 milioni di anni fa, durante la disgregazione del supercontinente Pangea. L'espansione dell'Oceano Atlantico settentrionale e l'intensificazione del contrasto terra-oceano hanno guidato questa evoluzione, portando a una transizione di regime nella circolazione invernale dell'emisfero settentrionale. Lo studio mostra come l'espansione atlantica abbia determinato uno spostamento verso ovest della corrente a getto nordatlantica, un rafforzamento dell'alta pressione nordatlantica e l'emergere della variabilità simile alla NAO moderna.  

    Il collegamento tra El Niño e La Niña

    El Niño e La Niña, fenomeni climatici del sistema ENSO (El Niño-Southern Oscillation), esercitano un'influenza significativa sui pattern atmosferici globali attraverso le cosiddette teleconnessioni atmosferiche. Come documentato dalla ricerca scientifica, questi fenomeni del Pacifico tropicale possono modulare l'intensità e la persistenza della NAO, creando condizioni che si ripercuotono direttamente sul clima europeo. Durante gli eventi di El Niño, si verifica tipicamente un indebolimento della NAO o una tendenza verso la sua fase negativa, mentre gli eventi di La Niña tendono a favorire una NAO positiva. Questo meccanismo di teleconnessione funziona attraverso la propagazione di onde di Rossby - onde atmosferiche planetarie che si originano dalle anomalie di riscaldamento tropicale e si propagano attraverso la troposfera superiore, raggiungendo le regioni extratropicali e influenzando la posizione e l'intensità della corrente a getto. Gli studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali hanno dimostrato che ENSO può influenzare significativamente il clima europeo, soprattutto durante l'inverno, quando le teleconnessioni sono più forti. Durante El Niño, l'Europa settentrionale tende a sperimentare condizioni più fredde, mentre l'Europa meridionale registra temperature superiori alla norma. Il pattern si inverte durante La Niña, con l'Europa settentrionale che diventa più calda e umida.  

    L'Estate "perduta" del 2014: un caso di studio

    L'estate del 2014 in Italia rappresenta un esempio emblematico di come la NAO possa "irrompere" durante la stagione estiva e alterare drasticamente i pattern meteorologici tipici. Secondo uno studio del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), l'Italia e i paesi mediterranei circostanti hanno sperimentato un'estate insolitamente umida: le precipitazioni del luglio 2014 sono state l'84% superiori alla norma rispetto alla climatologia del periodo 1982-2013. Questo evento straordinario ha rappresentato quello che, secondo i canoni climatici attuali, potrebbe essere definito "un anno senza estate" per il Nord Italia. Le regioni settentrionali hanno registrato piogge e temporali quasi quotidiani, con temperature che si sono mantenute prossime alla media climatica degli anni 1960-1990 - valori che oggi consideriamo decisamente freschi, ma che all'epoca rappresentavano la normale stagione estiva senza l'influenza dell'anticiclone africano. La ricerca del CMCC ha identificato che le precipitazioni anomalmente elevate sull'Italia erano associate a anomalie positive della temperatura superficiale del mare e anomalie convettive nel Pacifico tropicale attraverso teleconnessioni atmosferiche. Un'anomala circolazione ciclonica si è stabilita nell'Europa meridionale, indebolendo l'anticiclone stagionale e causando precipitazioni intense che hanno danneggiato l'agricoltura e influenzato il turismo e l'economia generale dell'Europa meridionale.  

    La NAO estiva: un fenomeno sottovalutato

    Mentre la NAO invernale è ampiamente studiata e documentata, la NAO estiva (SNAO - Summer North Atlantic Oscillation) rappresenta un fenomeno altrettanto significativo ma spesso sottovalutato. Come indicato dal Met Office britannico, la SNAO ha caratteristiche distinte dalla sua controparte invernale e può avere impatti sostanziali sul clima europeo estivo. Durante una SNAO fortemente negativa, come quella verificatasi nell'estate 2014, l'Europa nord-occidentale tende a diventare più fredda e più umida, esattamente ciò che è stato osservato in Italia settentrionale. Questo pattern può persistere per settimane o addirittura mesi, creando condizioni meteorologiche che si discostano drasticamente dalle aspettative stagionali tipiche.  

    Il meccanismo delle teleconnessioni globali

    Le teleconnessioni rappresentano correlazioni tra pattern meteorologici persistenti che si verificano in una regione con pattern meteorologici ricorrenti in altre regioni del mondo, anche a migliaia di chilometri di distanza. Nel caso della relazione ENSO-NAO-Europa, questo meccanismo funziona attraverso una complessa catena di interazioni atmosferiche. Quando si verifica un evento ENSO nel Pacifico tropicale, le anomalie di riscaldamento o raffreddamento delle acque superficiali alterano i pattern convettivi locali, generando anomalie nella circolazione atmosferica di livello superiore. Queste anomalie si propagano sotto forma di onde di Rossby, che viaggiano lungo guide d'onda atmosferiche determinate dai venti di fondo e dalla rotazione terrestre. Il comportamento di queste onde atmosferiche planetarie è paragonabile a quello di un tamburo: quando si colpisce un tamburo in un punto, tutta la superficie vibra e la nota prodotta dipende dalla tensione della pelle. Nell'analogia atmosferica, il riscaldamento tropicale rappresenta il "colpo", le onde che si diffondono sulla superficie sono le onde di Rossby, e la "nota" è determinata dalla struttura dell'atmosfera, in particolare dai venti e dalla rotazione terrestre.  

    La previsione Climatica

    La comprensione delle interazioni tra ENSO, NAO e clima europeo ha implicazioni cruciali per la previsione climatica stagionale. Mentre ENSO può essere previsto con un anticipo di diversi mesi, la NAO è attualmente prevedibile solo con 1-2 settimane di anticipo, rendendo le previsioni climatiche europee particolarmente complesse. Tuttavia, la ricerca scientifica sta progressivamente migliorando la comprensione di queste teleconnessioni. Studi recenti suggeriscono che la fase di ENSO può influenzare la probabilità che la NAO assuma determinate configurazioni, fornendo una base per previsioni stagionali più accurate del clima europeo.  

    Il ruolo dei Cambiamenti Climatici

    I cambiamenti climatici antropogenici stanno alterando questi pattern naturali di variabilità climatica. Ricerche pubblicate su riviste scientifiche internazionali indicano che il riscaldamento globale potrebbe modificare l'intensità e la frequenza degli eventi ENSO, con conseguenti ripercussioni sulle teleconnessioni che influenzano la NAO e il clima europeo. Alcuni modelli climatici suggeriscono che la varianza delle precipitazioni legata a El Niño-Southern Oscillation aumenterà nel lungo termine, e che la variabilità delle precipitazioni correlata ai cambiamenti nella forza e nell'estensione spaziale delle teleconnessioni ENSO porterà a cambiamenti significativi su scala regionale.  

    Vari chiarimenti

    La ricerca scientifica continua a rivelare nuovi aspetti di questi complessi sistemi di teleconnessione. Studi recenti utilizzano tecniche avanzate di analisi delle reti climatiche per identificare con maggiore precisione le regioni più drasticamente colpite da specifici eventi El Niño/La Niña e per comprendere come questi impatti si propaghino attraverso il sistema climatico globale. L'estate 2014 in Italia rimane un esempio paradigmatico di come pattern climatici apparentemente distanti - come le anomalie nel Pacifico tropicale - possano influenzare profondamente il clima regionale europeo attraverso le teleconnessioni atmosferiche. Questo evento sottolinea l'importanza di considerare il sistema climatico come un insieme interconnesso, dove fenomeni che si verificano in una parte del mondo possono avere ripercussioni significative in regioni molto distanti.

Login



Home

Radar Castelli

Cura animali

alimentiaccessorianimali-castelliromani

Alimenti ed accessori animali

Pet Shop Store

Guadagnolo

Capranica Prenestina

Pubblicità

Castel S.Pietro

Palestrina

Previsioni meteo

Gallicano nel Lazio

Meteoshop

Banner